I castelli Tapparelli a Lagnasco

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Il castrum originario è della seconda metà del XII secolo. Alla metà del Trecento il castello si ampliò all’interno del recinto del borgo e nel secolo seguente allargò i confini, inglobando edifici rurali adiacenti a loro volta dotati di strutture fortificate. Tra XV e XVII secolo si verificarono profondi cambiamenti che mutarono le strutture, ampliarono o demolirono preesistenze non più funzionali. A questi si aggiunsero estesi rimaneggiamenti ottocenteschi, per cui oggi non sempre è facile la lettura del palinsesto edilizio. I recenti restauri, conclusi nel 2008, hanno rivelato la storia architettonica del monumento e le esplorazioni archeologiche hanno riportato alla luce le tracce più antiche, i fossati, i segni dei ponti levatoi e l’impianto della grande pescheria che è stata ripristinata. I due principali nuclei edilizi sono il castello di levante, comprendente anche la manica centrale nota come “castello di mezzo”, e il castello di ponente.

Castello di levante. La sua origine va ricondotta al XIII secolo. Nel 1346 Pietrino Tapparelli diventò primo conte di Lagnasco e la sua famiglia stabilì la propria residenza nel torrione centrale, abbattuto poi nel 1581. Dalla seconda metà del Quattrocento i Tapparelli diedero l’avvio a una serie di interventi sulla struttura del castello la cui configurazione architettonica permane ancora oggi: vennero edificate le tre torri poste agli angoli e sopraelevati i corpi di fabbrica che circondavano il cortile. Tra il 1560 e il 1572 il castello medioevale ricevette un aggiornamento architettonico che lo trasformò in dimora rinascimentale grazie soprattutto alla committenza di Benedetto I Tapparelli, giudice ordinario e assessore del re di Francia nel marchesato, uomo colto e raffinato a cui si deve anche la realizzazione di vasti giardini, come è documentato dalla dettagliata riproduzione pittorica nella Loggia delle Grottesche.
Gli ambienti interni visitabili sono: Sala degli Scudi; Loggia delle grottesche.

Castello di ponente. L’edificio come appare oggi è il risultato di più interventi, alcuni non conclusi, sulle strutture trecentesche. Le fasi costruttive più significative si riconoscono nel nucleo quattrocentesco centrale con le logge lignee e nel corpo con la finta loggia decorata e i caratteristici comignoli cuspidati, edificato da Benedetto I Tapparelli tra il 1560 e il 1570 e continuato negli anni successivi dal figlio. Sulla facciata ad est è sistemato il nobile portale in marmo bianco. L’epigrafe del fregio a caratteri capitali fu dettata dallo stesso Benedetto I. Sull’architrave è scolpita la data 1570. Nel campo mediano del frontone campeggia lo scudo dei Tapparelli. Il portone in legno di noce finemente decorato, capolavoro dell’ebanisteria piemontese intorno agli anni 1570-1572, fa parte delle collezioni del Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama a Torino ed è attualmente in deposito presso il Museo Civico Casa Cavassa di Saluzzo.All’interno la scala sale agli appartamenti di rappresentanza di Benedetto I e superiormente agli ambienti destinati ai soggiorni lagnaschesi del vescovo Giovanni Maria Tapparelli. Gli ambienti interni visitabili sono: Scala verso gli appartamenti e verso la cantina; Sala della Giustizia; Anticamera della Sala della Giustizia o Sala delle Teste.

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